Le zecche, piccoli parassiti silenziosi, stanno ampliando sempre più il loro regno. Se una volta il rischio era confinato ai boschi di montagna, oggi colpisce anche aree urbane e quotidiane: giardini pubblici, sentieri di collina, perfino prati di città. Ma cosa significa tutto questo per la nostra salute?
Negli ultimi anni, le segnalazioni di punture di zecca sono aumentate in modo significativo. A favorirle è soprattutto il cambiamento climatico, che con inverni più miti e primavere precoci sta rendendo le condizioni ideali per la sopravvivenza e la diffusione di questi artropodi. Le zecche sono attive più a lungo (da marzo a novembre, in alcuni casi anche oltre) e risalgono sempre di più in altitudine, arrivando fino a 2.000 metri. Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), nel 2022 sono stati registrati 3.650 casi di encefalite da zecca (TBE) in Europa, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. In Italia, nei soli primi sei mesi del 2025, sono già stati confermati 12 casi autoctoni.
Non si tratta solo di numeri: la TBE, infatti, può causare gravi complicazioni neurologiche, come meningite o encefalite, e in alcuni casi portare alla morte. E non è l’unica malattia trasmissibile. Le zecche possono infatti veicolare anche la borreliosi di Lyme, la babesiosi, l’ehrlichiosi, la febbre bottonosa e altre infezioni, tutte potenzialmente debilitanti se non trattate per tempo. In regioni come il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto, l’incidenza è ormai tale da far parlare di aree endemiche.
Il problema è aggravato dalla scarsa consapevolezza. In molti ancora sottovalutano il pericolo, ignorano come proteggersi o non sanno riconoscere una zecca attaccata alla pelle. Eppure bastano poche, semplici precauzioni per ridurre il rischio. Indossare pantaloni lunghi, calzature chiuse e indumenti chiari (per individuare più facilmente eventuali parassiti), utilizzare repellenti specifici e, soprattutto, ispezionare con cura il corpo una volta rientrati da una zona a rischio può fare la differenza. In caso di morso, è fondamentale rimuovere la zecca correttamente il prima possibile – meglio con una pinzetta a punta fine – evitando movimenti bruschi o sostanze irritanti che potrebbero causare la rottura del rostro nella pelle.
Oltre alla prevenzione individuale, esiste anche uno strumento medico altamente efficace: il vaccino contro la TBE. In diverse regioni italiane, come il Friuli-Venezia Giulia, è già offerto gratuitamente a residenti e lavoratori esposti. È sicuro, ben tollerato e rappresenta una protezione concreta per chi frequenta abitualmente zone boschive o montane.
Infine, anche la prevenzione ambientale gioca un ruolo fondamentale: la cura del verde pubblico, la pulizia dei sentieri, l’informazione capillare da parte delle istituzioni locali e la sorveglianza veterinaria sono strumenti indispensabili per contenere la diffusione delle zecche e delle malattie da esse trasmesse.
In un mondo che cambia, anche i piccoli pericoli possono crescere fino a diventare minacce concrete. Le zecche non sono più un problema limitato a escursioni rare o vacanze estive: sono diventate una presenza stabile nel nostro ecosistema quotidiano. Riconoscerle, sapere come evitarle e agire con consapevolezza può salvarci da conseguenze molto più gravi di quanto si pensi.
Per proteggerti efficacemente dalle zecche e da altri parassiti, è importante affidarsi a professionisti esperti in disinfestazione. La SIADD Igenservice offre servizi specializzati per il controllo e la prevenzione di infestazioni da zecche, garantendo interventi sicuri e mirati sia negli spazi privati che pubblici. Per scoprire come proteggere la tua casa, il tuo giardino o la tua attività, visita la sezione Disinfestazionehttp://www.siadd.it/servizi/disinfestazione-torino/ sul sito di SIADD Igenservice.
