Api in pericolo: perché adottare un alveare non è sempre la soluzione giusta

Le api sono fondamentali per l’equilibrio dell’ambiente e la sopravvivenza di molte colture agricole. Tuttavia, quando si parla di “salvare le api”, spesso si pensa solo all’adozione di un alveare. È davvero la scelta più efficace? Scopriamo perché questo gesto, se non ben ponderato, può diventare un rischio per la biodiversità.

Non tutte le api fanno il miele

Nel mondo esistono oltre 20.000 specie di api, e solo una minima parte di esse produce miele. La maggioranza è formata da api solitarie e selvatiche, fondamentali per l’impollinazione ma spesso dimenticate. Queste api vivono nel terreno, nei tronchi o nelle cavità naturali, non in colonie gestite come quelle mellifere.

L’ape mellifera – quella allevata negli alveari – è utile, ma non è in pericolo di estinzione. A soffrire davvero sono le specie selvatiche, minacciate da:

  • pesticidi e inquinamento ambientale,
  • cambiamenti climatici,
  • perdita di habitat e aree verdi.

Adottare un alveare: rischio o opportunità?

Sempre più aziende e cittadini scelgono di “adottare un alveare” come gesto simbolico per l’ambiente. Ma aumentare indiscriminatamente le colonie di api mellifere in spazi urbani o agricoli può avere effetti negativi, tra cui:

  • Competizione per nettare e polline: le api mellifere consumano grandi risorse floreali, riducendo quelle disponibili per le api selvatiche;
  • Diffusione di malattie e parassiti: specie diverse a stretto contatto possono trasmettersi patogeni;
  • Squilibrio dell’ecosistema locale: inserire colonie artificiali in habitat delicati può alterare gli equilibri naturali.

La soluzione? Salvare gli habitat, non solo gli alveari

Per proteggere veramente le api – tutte le api – è fondamentale preservare la biodiversità e gli ambienti naturali. Ecco alcune buone pratiche che SIADD consiglia anche ai propri clienti e partner:

  • Piantare fiori autoctoni ricchi di polline e nettare (es. lavanda, borragine, calendula);
  • Evitare l’uso di pesticidi chimici;
  • Creare rifugi per api solitarie con legno, paglia e terra battuta;
  • Favorire orti urbani e giardini spontanei.

In conclusione

La salvaguardia degli impollinatori non si limita all’adozione di un alveare. Serve una visione più ampia e consapevole: tutelare le specie meno conosciute, favorire l’equilibrio ambientale.