Topi e ratti sono mammiferi appartenenti all’Ordine Rodentia, diffusi in ogni angolo della Terra. Alcune specie, dette sinantrope, vivono a stretto contatto con l’uomo e alle sue attività dalle quali traggono sostentamento e rifugio. Tale vicinanza nei secoli è stata causa di leggende e credenze popolari. Ancora oggi è molto facile sentire storie su topi e ratti.

La leggenda dei topi “assaggiatori”

L’idea che all’interno di una colonia ci siano degli individui disposti a “sacrificarsi” assaggiando il cibo prima dei capi colonia è una credenza assai diffusa. In realtà ciò non avviene,  alcuni comportamenti sono spiegati dalla complessa scala gerarchica e dagli equilibri interni della popolazione, dove troviamo le femmine con i piccoli, i maschi dominanti e i maschi subordinati. Questi ultimi non avendo un facile accesso alle risorse alimentari, sono costretti a una spasmodica ricerca di cibo o ad accettare quanto scartato dai dominanti. La presenza di esche rodenticide spesso diventa la loro unica possibilità di nutrimento trasformandoli in presunti “assaggiatori”.

Il sesto senso dei topi 

A topi e ratti viene riconosciuta una sorta di sesto senso che permette loro di evitare le trappole e riconoscere le esche topicide . Ad esempio, si pensa che possano rifiutare il cibo toccato dall’uomo o che possano evitare un erogatore perché percepiscono che è stato collocato lì da un nemico. In realtà non vi è alcun nesso tra l’odore lasciato dall’operatore e il fatto che il posizionamento dell’esca non funzioni. Solitamente, soprattutto nei ratti, è la diffidenza verso le cose nuove – neofobia – che fa evitare a questi animali il contatto con esche e trappole.

 

Palati raffinati

Ratto-Nero

Ratti e topi hanno olfatto e gusto molto sviluppati, ma non è dimostrato che preferiscano un certo tipo di alimento a un altro. È bene ricordare che l’appetibilità di un’esca è sempre correlata alla competizione alimentare presente sul sito di intervento, tanto che ogni tipo di esca può dare risultati imprevedibili in presenza di altre fonti di cibo. Probabilmente, il gusto più efficace è quello che si avvicina maggiormente alla tipologia di cibo abitualmente consumato in un determinato ambiente.

La “forza” degli ultrasuoni 

Un altro senso ben utilizzato dai roditori è l’udito, tanto da far ritenere che l’impiego di ultrasuoni riesca ad allontanarli da un ambiente. Le prove effettuate hanno dimostrato che questo sistema è in grado di rallentare l’attività delle popolazioni nei primi due giorni, ma successivamente si riscontra un ritorno alle condizioni di normalità. In questo caso ad avere la meglio è la capacità di adattamento di questi animali che non hanno problemi ad “abituarsi” alla presenza di questi suoni fastidiosi.

Morte “solitaria” 

Molto diffusa è la credenza che topi e ratti, una volta ingerita un’esca rodenticida, si isolino per cercare fonti d’acqua e morire fuori dagli edifici. Su questo non vi è nessuna prova scientifica e i ritrovamenti non permettono di capire il comportamento di un roditore intossicato. Alcuni, infatti, vengono ritrovati all’interno del proprio rifugio, altri non vengono ritrovati affatto.

Topi e ratti sporchi?

Infine, tutti pensano che topi e ratti siano animali sporchi. In realtà presentano una spiccata propensione alla pulizia e dedicano normalmente del tempo alla cura del loro corpo. Purtroppo, una volta che si insediano nei luoghi antropizzati, i rischi per la salute dell’uomo e di altri animali derivano dall’alta probabilità di “raccogliere” batteri e altri patogeni, o di diventare vettori di insetti fastidiosi e talora almeno potenzialmente pericolosi.