L’arrivo della primavera segna anche l’inizio della stagione degli ectoparassiti, che infastidiscono sia noi sia i nostri amici a quattro zampe e sono in grado di trasmettere anche malattie infettive e parassitarie. Per i proprietari di cani, certamente il patogeno più temuto è la Leishmania, responsabile della Leishmaniosi canina (Lcan), malattia protozoaria sempre più frequente che, se non diagnosticata precocemente e non trattata, può portare anche alla morte.
Pericolo Leishmaniosi
L’infezione da Leishmania viene tipicamente trasmessa da uno specifico gruppo di insetti vettori, i flebotomi, conosciuti col nome di “pappataci”, la cui presenza rappresenta pertanto il principale fattore di rischio per i nostri amici animali. I pappataci sono simili a una piccola zanzara (2-3 mm), di colore giallo pallido o giallo ruggine, con il corpo e le ali ricoperti da una fitta peluria. Nel nostro Paese questi ditteri sono presenti soprattutto nel centro-sud e lungo i litorali meridionali. Nell’ultimo decennio, però, a causa delle mutate condizioni climatico-ambientali, si è assistito a un aumento del numero di cani infettati dai pappataci, e di conseguenza a una diffusione della Leishmanioai anche nelle aree che in passato non erano a rischio.
I pappataci
Mentre i maschi di pappataci si nutrono di succhi zuccherini, le femmine hanno bisogno di effettuare il pasto di sangue su un ospite vertebrato per consentire la maturazione delle uova e quindi per potersi riprodurre. Generalmente non hanno una predilezione particolare per una specie animale, ma si alimentano soprattutto sulla specie più diffusa in quell’area; qualora siano presenti contemporaneamente più ospiti effettuano invece il pasto su più specie, uomo compreso!
Come salvaguardare la salute del nostro cane
Si possono seguire alcune semplici regole per salvaguardare la salute del nostro cane:
- Ridurre l’esposizione del cane al parassita, evitando lunghe passeggiate serali e, durante le ore notturne dei mesi caldi, a partire dall’imbrunire fino al sorgere del sole, tenendolo in un rifugio chiuso, dove porte e finestre sono protette da “zanzariere” tali da impedire l’ingresso dei pappataci.
- Ridurre i siti idonei allo sviluppo dei pappataci, eliminando i residui organici in prossimità dei ricoveri dei cani.
- Fare uso di prodotti insetticidi/repellenti specifici (generalmente a base di piretroidi), espressamente progettati ed indicati per proteggere dalla puntura dei pappataci.
- Rivolgersi sempre ad un Medico Veterinario per avere consigli sulla scelta dei presidi migliori e far controllare regolarmente il cane al fine di verificare che non sia stato infettato dal protozoo.
Per quanto concerne i prodotti topici a lunga durata d’azione per i cani (spot-on o collari), è importante ricordare che essi devono essere applicati per tutto il periodo di attività dei pappataci, vale a dire almeno da Maggio ad Ottobre.
Questi prodotti hanno un doppio meccanismo di azione: effetto protettivo per il cane, in quanto l’insetto si avvicina all’animale ma non lo punge (azione anti-feeding), e letale, in quanto anche se riuscisse ad alimentarsi, esso morirebbe nell’arco di alcune ore (azione biocida).